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Amburgo, riflessioni d’acqua e d’architettura

Ad Amburgo un filo rosso ammattonato connette la spettacolare e conosciutissima costruzione dell’Elbphilarmonie progettata da Herzog & de Meuron, ancora in fase di ultimazione, con l’espressiva sagoma della Chilehaus di Fritz Höger. Sarebbe tuttavia un grave errore limitare le affinità tra queste straordinarie icone all’ambito stilistico. In mezzo, a dispetto del cambiamento di secolo e millennio, una frenetica attività industriale e portuale, bombardamenti, distruzioni e il rintocco di una campana che ha dato l’avvio, dopo la seconda guerra mondiale, ad un imponente lavoro di ricostruzione e oggi di riconversione urbana.
Il caso Amburgo rappresenta infatti, nel senso più compiuto, il vero significato dell’essenza di una città: un insieme in continua trasformazione che segue il divenire dell’abitare, delle condizioni economiche e sociali e quindi di vita dei suoi abitanti. Il passaggio e il mescolarsi armonico di tradizione, espressionismo e modernità – anche nella sua declinazione più dura e radicale indicata da Hilberseimer – non è che un particolare aspetto della lunga tradizione di pianificazione urbana attraverso la quale la città si è organizzata, a partire dal “Federplan” di inzio secolo, secondo linee di sviluppo che coinvolgevano l’intero ambito metropolitano lungo le direttrici infrastrutturali principali. Tuttavia se il fervore delle attività industriali e commerciali legate al porto tendevano ad una crescita verso l’esterno, da alcuni anni, per effetto di una inevitabile deindustrializzazione delle aree centrali, si sono rese disponibili, a causa delle dismissioni e delle necessarie nuove ricollocazioni, immense aree sui diversi waterfront che sono state, e ancora sono, oggetto di una eccezionale opera di “densificazione” urbana. Ciò che Wilhelm Schulte, responsabile della pianificazione e lo sviluppo urbano di Amburgo definisce come, “più città nella città”, costituisce il principale obiettivo strategico di una nuova politica urbana ed ambientale che tende a compattare la città riducendo le necessità connesse con la mobilità e salvaguardando al contempo la costruzione e valorizzazione delle aree verdi e dei parchi cittadini con la conseguenza, attentamente perseguita, di rendere più attraente risiedere in centro rispetto ad una tendenza che nei decenni precedenti portava gli abitanti a privilegiare la possibilità di trasferirsi in aree extraurbane. Coerentemente con la ricerca di qualità degli spazi e della vita urbana tutte le scelte sono state orientate secondo modalità operative, logistiche, costruttive e infrastrutturali, incentrate sull’eco-compatibilità degli interventi puntando, tanto sul risparmio energetico e sull’uso di energie derivate da fonti rinnovabili, quanto sulla volontà di valorizzare dal punto di vista architettonico la morfologia urbana. Per questo la municipalità si è attivita per estendere e generalizzare l’uso dei concorsi di architettura e dei processi partecipativi mediando tra il coinvolgimento diretto di molti protagonisti del dibattito architettonico contemporaneo e la crescita di una nuova generazione di architetti locali che, proprio attraverso processi di competizione e selezione delle idee, hanno contribuito in maniera determinante alla rinascita virtuosa della città.