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architect: Archea Associati

location: Seregno, Italia

year: 2012

Senza muri, pavimenti né soffitti.

Un’architettura in un gesto.

Arrotolare, sgualcire, piegare, accumulare, curvare, accorciare, torcere, attorcigliare, ammaccare, raggrinzire, radere, strappare, scheggiare, fendere, tagliare, selezionare, lasciare cadere… sono, tutti, verbi transitivi appartenenti alla lista di termini che l’artista americano Richard Serra annotò in un quaderno, tra il 1967 e il 1968, indicando operazioni particolari e precise su materiali non bene specificati. Quelle azioni che hanno segnato una rivoluzione irreversibile nel campo delle arti plastiche, sono diventate, quasi quarant’anni dopo, strumenti compositivi di uso comune, a disposizione degli architetti.

Gli stessi comandi di AutoCad non esprimono semplicemente operazioni grafiche funzionali alla rappresentazione di un’architettura, ma coincidono con vere e proprie operazioni progettuali: diving, swooping, zooming, slicing, folding, shifting, sono – tanto per citarle – alcune delle parole usate per identificare l’origine di queste nuove pratiche compositive nei campi dell’architettura e del paesaggio.

Il progetto per il Centro Diurno Disabili di Seregno, realizzato dallo Archea Associati, nasce da questo approccio gestuale alla materia architettonica, per rispondere in modo diretto e minimale al programma funzionale del nuovo edificio. Uno spazio di servizio per persone diversamente abili, nel quale svolgere attività educative e ricreative, eliminando, per quanto possibile, ogni tipo di vincolo ed ostacolo tra architettura e paesaggio, interno ed esterno, superfici orizzontali e verticali.

Il risultato è un foglio di calcestruzzo che dalla quota del parco circostante, si alza curvandosi di 180°, per definire una grande area coperta, al di sotto della quale trovano collocazione i diversi volumi funzionali del centro. Non esiste una vera e propria soglia tra interno ed esterno: l’edificio si proietta nel verde, consentendo anche alle persone costrette a muoversi sulla sedia a rotelle, di poter godere dell’ombra degli alberi che spuntano letteralmente da grossi fori praticati nella soletta.

Analogo destino è riservato agli altri elementi caratteristici dell’architettura: le finestre sono sostituite da bucature cilindriche che attraversano il foglio di calcestruzzo, la porta di ingresso è ricavata da una passerella che sembra ritagliata dallo stesso piano di cemento curvato, i corridoi non sono altro che lo spazio vuoto derivato dall’accostamento dei volumi in legno e cristallo che ospitano gli alloggi, le aule e gli ambienti di servizio del centro.