area 120 | Beirut

Charbel Maskineh-Nicola Santini: Quali sono gli strumenti, le strategie e le strutture a disposizione del comune per la gestione e lo sviluppo futuro della città di Beirut?
Nadim Abourizk: Essendo io stesso un architetto e vivendo quindi il settore architettura dall’interno, non appena entrato nel Consiglio Municipale, ho pensato che il comune di Beirut avrebbe dovuto avere una commissione urbanistica, fino ad allora inesistente. Abbiamo dunque istituito uno steering committee composto da professionisti, docenti universitari ed esperti in urbanistica. Il primo punto all’ordine del giorno era quello di avere una visione per Beirut ed il suo futuro. Durante la fase di brainstorming si è deciso di istituire 5 sotto-commissioni che, a loro volta, avrebbero dovuto affrontare 5 principali sfide. La prima commissione si sarebbe occupata di elaborare un piano strategico per Beirut; la seconda avrebbe invece vigilato sulla conservazione del patrimonio; la terza avrebbe affrontato la questione delle zone sotto-sviluppate della città, aree che offrono in realtà grandi possibilità e che potrebbero trasformarsi in nuovi quartieri. La quarta e la quinta sfida da affrontare sono, rispettivamente, quella della mobilità e degli spazi all’aperto.
C.M.-N.S.: La città presenta diverse aree in decadenza, problematiche, come l’ex stazione ferroviaria, la zona del fiume ecc. Il comune ha già dei progetti futuri per queste aree?
N.A.: Siamo partiti analizzando un singolo quartiere, ovvero il Medawar-Quarantine. Si tratta di un’area prettamente industriale adiacente alla zona portuale, sita all’ingresso della città, venendo da est. L’area in questione sarà ben presto oggetto di studio, uno studio effettuato in collaborazione con l’Università Libanese che costituirà la base di partenza per un futuro master plan della zona.
C.M.-N.S.: Qual è la visione del comune in merito alla trasformazione urbana, in particolare quali sono i progetti per la tutela del patrimonio e per gli spazi pubblici?
N.A.: Crediamo fermamente nella collaborazione con altre città e nella validità dello scambio di esperienze. Per quanto riguarda il settore della tutela del patrimonio e dell’ambiente stiamo portando avanti una proficua collaborazione con la regione Île de France e con la città di Parigi; speriamo inoltre di poter collaborare in un futuro prossimo con la città di Marsiglia e con Istanbul. La municipalità di Parigi ci assiste a livello tecnico, per esempio, nella ricostruzione del museo Beit Beirut. Marsiglia ha invece accettato di affiancarci nell’attuazione del piano strategico per Beirut. Con la regione Île de France stiamo lavorando a diversi progetti: il master plan per le aree verdi della città, per esempio, stiamo collaborando alla Liaison Douce, attualmente in fase di progettazione. L’idea è quella di creare un percorso “morbido”che colleghi la pineta al centro città, attraversando via Damasco, in cui si possa andare in bicicletta, in cui vi siano marciapiedi e mezzi di trasporto pubblici. Si tratta di un progetto pilota per la città, la prima fase di progettazione ha ottenuto l’approvazione necessaria, speriamo di poter presto procedere con la seconda fase.La Liaison Douce collegherà il Museo Nazionale all’Ippodromo, il Museo Beit Beirut e il Museo archeologico previsto nell’area Solidere.
C.M.-N.S.: Quali sono i progetti più importanti, attualmente in corso, che riguardano le aree verdi urbane?
N.A.: L’ippodromo. Rappresenta una grande opportunità per Beirut. Si tratta di un’area da 200.000 metri quadrati, che comprende anche l’edificio dell’ippodromo, danneggiato durante la guerra, un edificio simbolo che è parte del patrimonio della città. Durante la guerra, l’esercito israeliano ha occupato quell’area, ha distrutto l’intero edificio e dato alle fiamme gli alberi di pino. Ciò che ci è rimasto è un terreno praticamente privo di alberi, fatta eccezione per pochissimi alberi ancora esistenti, e un edificio, un tempo simbolo dell’era ottomana, ridotto a rovina. Considerate le condizioni di partenza, abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e di osare con un progetto di riqualifica dell’area dai toni decisi. È nostra intenzione non mantenere questo luogo chiuso al pubblico e aperto esclusivamente una volta alla settimana per le corse. L’area sarà trasformata in un grande parco. Le strutture per le corse dei cavalli rimarranno ma subiranno una ristrutturazione, per conformarsi agli standard e alla normativa a livello internazionale. Seguendo una tendenza ormai globale, abbiamo anche deciso di creare in quell’area tutta una serie di attività diverse, ad uso di tutti i cittadini. L’idea è quella di realizzare un parco praticamente privo di costruzioni, in cui si possa vivere la natura, ci si possa intrattenere con attività ludiche, nel rispetto dell’ambiente, un luogo di attrazione turistica nel centro di Beirut. L’area si collega inoltre con la zona Horsh-Pineta, un terreno di 400.000 metri quadri praticamente adiacente; a dividere le due zone vi è solamente il Boulevard Omar Beyhum.
In origine, questa zona era un unico grande polmone verde della città, attraversato da un sentiero percorso da carovane, il sentiero si è poi trasformato in un viale a scorrimento veloce. Il nostro obiettivo prevede la riapertura di questa grande area verde a tutti i cittadini. Il master plan per l’ippodromo sarà portato avanti con la collaborazione della regione Île de France e partirà con l’apertura di una gara d’appalto internazionale per il progetto. Oltre a questo, la città vanta molti giardini di grandi dimensioni e piccoli spazi all’aperto. È nostra intenzione procedere ad una riqualifica di tali giardini, ed è per questo che abbiamo selezionato tre rinomati architetti del paesaggio che si occuperanno di riprogettare le tre principali aree versi della città: il Sioufi Garden sarà curato da Vladimir Djurovic, il St. Nicolas Garden da Frederic Francis e il Rene Mouawad Garden- Sanayeh dallo studio ZMK Zeina Majdalani. I tre architetti hanno deciso di lavorare al progetto e di supervisionarne la realizzazione a titolo gratuito. Il tutto rientra nelle mie intenzioni di vice sindaco; fin dall’entrata in carica presso il comune di Beirut, il mio obiettivo è stato proprio di promuovere la qualità all’interno del settore pubblico.