La mostra Percorsi d’Arte, curata da Raffaello Galiotto, a Marmomac 2018 ha indagato il tema dell’utilizzo delle macchine nella lavorazione artistica della pietra. Negli ultimi anni con la diffusione delle tecnologie numeriche sia l’industria che l’artigianato del settore litico si sono dotati di strumentazioni sempre più performanti. Anche per i laboratori artistici, dapprima restii all’introduzione di questi dispositivi, l’inserimento delle nuove strumentazioni sembra essere percepito come un’interessante opportunità di rinnovamento. Un gruppo di artisti internazionali, accumunati da un percorso di ricerca sperimentale nell’uso delle nuove tecnologie, ha ideato una serie di opere completamente progettate e realizzate con software e macchine computerizzate.
Con l’esposizione si intende offrire uno spunto di riflessione per un ripensamento dell’attività artistica legata a questa materia. Tutte le opere sono state realizzate partendo da blocchi di uguali dimensioni (180x80x30 cm) per stimolare la valorizzazione della materia limitando la produzione dello scarto.
La promenade sull’acqua che collega le mostre è stata realizzata in gneiss Blumaggia” con superficie a spacco dalle aziende Mec e Materica Stone. 

Autori e aziende partecipanti
Nicolas Bertoux / G.R. Marmi, Emmedue, DDX
Raffaello Galiotto / T&D Robotics, GDA Marmi e Graniti
Sylvestre Gauvrit / Denver, Taglio
Jon Isherwood / Garfagnana Innovazione

HOULE
Design: Nicolas Bertoux
Produzione: Emmedue
Software: DDX
Materiale: Bardiglio by G.R. Marmi
Le nuove possibilità offerte ogni giorno dalle macchine a controllo numerico, per realizzare oggetti e opere in marmo, permettono di scoprire nuovi modi di espressioni, inventare nuove superficie, pensare alla forma in modo  positivo e negativo, come lo permettono i modelli 3D. Con questo progetto “houle” (onde marina sinusoidale) si vuole sperimentare come si può avvicinare una superficie creata da macchina, a un'espressione che sembra improvvisata, quasi manuale, che sia capace di mescolare imperfezioni di superficie, create con ritmi diversi secondo i vari assi i lavorazione.

ATOLLO
Design: Raffaello Galiotto
Produzione: T&D Robotics
Materiale: Bianco di Carrara by GDA Marmi e Graniti
Atollo è un’isola, che emerge dall’acqua come una sorta di confine calcareo: una calotta aperta e permeabile che delimita il dentro e il fuori. La forma sferica è creata dall’unione di 40 elementi uguali prodotti sezionando ripetutamente un parallelepipedo di pietra mediante un taglio a filo robotizzato. Un’operazione di separazione e riconformazione della materia che modella e amplifica il volume di partenza con una forte riduzione dello scarto.

ANDANTE MA NON TROPPO
Design: Sylvestre Gauvrit
Produzione: Denver
Software: Taglio
Materiale: Bianco di Carrara
“Andante ma non troppo” è prima di tutto un’allegoria dell’andamento in musica classica. Così come Mozart indica all’orchestra il tempo in cui suonare le sue composizioni, allo stesso modo io come scultore contemporaneo indico alla macchina il tempo, ossia l’andamento, con cui produrre l’opera in 3D che ho disegnato. Il design stesso è “una Dinamica in equilibrio”. Con questa scultura mi piace giocare creando un contrasto tra le sottili linee della forma, molto esili e dinamiche, e la pesantezza e le rigide geometrie del blocco da cui viene estratta. Sta fuggendo dalla materia, creando un velo che rappresenta l’anima stessa della pietra. Mi piace giocare con lo spazio mantenendo grezza la parte esterna del blocco e lasciando che la scultura voli all’interno di questo volume solido e definito. Così, in modo inconsapevole, ti permette di immaginare il blocco iniziale della materia ed enfatizza la tecnologia utilizzata per la realizzazione del progetto.

HOMAGE TO MONET AT GIRVERNY
Design: Jon Isherwood
Produzione: Garfagnana Innovazione
Materiale: Bardiglio
L’ultima scultura di Isherwood rappresenta un ulteriore sviluppo del suo continuo dialogo con le associazioni di forma e superficie. Le forme sono compresse, distorte o schiacciate e rese più personali da piccoli aggiustamenti di scala. Isherwood non imita la natura; a ogni modo le sue opere sono ispirate dalla natura e a essa si rifanno nelle forme e nei motivi. La tensione tra forma e superficie che caratterizza il lavoro di Isherwood si riflette ulteriormente nelle tensioni intorno alla sua tecnica e al materiale utilizzato. Le sue sculture sono il risultato di un processo unico in cui l’antico e il moderno si confrontano l’uno con l’altro: il marmo, il più antico e sensuale materiale scultoreo, è lavorato con l’aiuto delle tecnologie CNC a 7 assi. Questo permette a Isherwood di raggiungere una precisione assoluta nel trattamento delle superfici incise, giocando insieme e in opposizione alle notevoli caratteristiche di rigonfiamento, rotondità, morbidezza delle sue forme organiche. Una particolare sfida artistica del suo progetto è il fatto che Isherwood non altererà la pietra con le sue mani, ma soltanto in modo indiretto grazie alle indicazioni trasferite alla fresa attraverso un codice. Sarà la macchina a portare alla luce le forme naturali all’interno della materia.