Gagosian presenta la mostra di nuove opere dell’artista americana Sarah Sze, la prima in Italia dopo le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia nel 2013 come rappresentante degli Stati Uniti e nel 2015 nella mostra principale. Sze è nota per aver trasformato radicalmente le possibilità della scultura. Nei suoi lavori estremamente complessi, dove spesso i cambiamenti di scala sfidano ogni logica, l’artista indaga il rapporto della scultura con il tempo e lo spazio e della parte con il tutto. Intricati sistemi di elementi uniscono costellazioni di immagini attraverso molteplici dimensioni - come diorami atomici o l’apocalisse del regno digitale. Centrale nella poetica di Sara Sze è l’accento posto su quanto è periferico, come le numerose immagini e gli oggetti spesso trascurati che esistono ai margini di schermi, finestre, scrivanie e corpi. Operando su un’inesauribile scorta di materiale tratto dalla vita quotidiana, Sze analizza l’aspetto e la natura di tutto ciò con cui viene a contatto e lavora per proteggerli, alterarli o amplificarli. Allo stesso modo le sue immagini, selezionate tra innumerevoli fonti primarie e secondarie, mutano nel passaggio dallo schermo adattandosi a ogni altra forma di supporto fisico, o semplicemente manifestandosi come luce.


Recentemente Sze ha adattato la sensibilità del suo linguaggio scultoreo alle caratteristiche del supporto piano in una serie di dipinti su legno. Con delicati ma corposi strati di pittura, inchiostro, carta, stampe e oggetti, le tre dimensioni della scultura aderiscono alla bidimensionalità del collage. Superfici statiche, macchie di pittura e vortici cosmici emergono dal materiale d’archivio e dal lavoro quotidiano dell’artista nel suo studio in infinite mutazioni visive che collidono e si sovrappongono in un’abbondanza di dettagli.
Con la sua ultima video installazione, Sze trasforma l’ovale della galleria in una grande “lanterna magica”, un ambiente immersivo sospeso tra i mondi della scultura e del cinema. Iniziate nel 2015, queste indagini sull’immagine in movimento, allo stesso tempo comunicative e intime, includono le opere Timekeeper (2016), Centrifuge (2017) e Images in Debris (2018), nelle quali Sze esplora tempo, spazio, distanza e costruzione del ricordo tramite un flusso ipnotico di immagini proiettate, sia personali che trovate. Come una sorta di “Caverna di Platone” il nuovo lavoro confronta il visitatore da diversi punti di vista simultaneamente - immagini in movimento di persone, animali, scene e azioni accadono, baluginando e orbitando casualmente, come avviene nel pensiero o nella vita stessa. Nel corso della mostra Sze presenterà una nuova scultura da esterno, Split Stone (Rome) (2018), una grande pietra divisa in due che rivela un tramonto pixelato all’interno della sua superficie. Incastonata in entrambi i lati dell’incisione sulla pietra, l’immagine puntinata del cielo serale suggerisce una fugacità digitale racchiusa nella lenta geologica memoria del minerale.

SARAH SZE
13 ottobre 2018 - 12 gennaio 2019
Via Francesco Crispi 16
Roma