12. luca scacchettiUno sguardo anche veloce al mondo della produzione ceramica mostra un’indiscutibile crescita, avanzata e forse anche supremazia del decoro, della decorazione, dell’inciso, del disegnato, del rilievo, del rilievo e disegnato insieme e così via. Tutto ciò non proposto come decoro lineare o parziale all’interno di grandi campiture di tinte unite, quanto piuttosto come soluzione integrale capace di monopolizzare pareti e spazi, in un “tutto disegnato”. Pareti e spazi divengono iper segnati e disegnati, “tatuati”, come Queequeg, il mitico e selvaggio arpionatore di balene di Moby Dick, “ che non lasciava spazio ad un solo centimetro del corpo privo di tatuaggi”. Dal rigore moralizzante di un citazionismo “loosiano”, il più delle volte fuori posto, riassunto nel consumato “ Ornamento e delitto” al trionfo di un graficismo decorativo che trova nella propria ossessione, senza sosta, la propria identità contemporanea, si svolge l’attuale momento. I cataloghi delle novità del mondo ceramico non si discostano molto dalla riviste di tatoo o dalle pagine di manuali di decorazione o di incisione. A questo decorativismo auto celebrativo e uniformante di grandi pareti e spazi si accompagna, per altro, un altro decorativismo più tecnico e nascosto: il decorativismo riproduttivo, ovvero la capacità del mondo ceramico di ridisegnare e riprodurre non solo tappezzerie e incisioni sei-settecentesche o cromie o chiari e scuri a contrasto, ma anche materiali come legno o pietra che divengono via via più perfetti che il legno e la pietra stessa.    Così piastrella disegnata e decorata o piastrella con natura e materiali ridisegnati sono in realtà forme di uno stesso fenomeno, che se da una parte recupera l’arte del gioco e della finzione da sempre appartenuta alla ceramica, dall’altra fa di tutto per non apparire ceramica, svolgendo, tra finte carte da parati e finti legni, marmi e pietre, una negazione di se stessa. Senza intendere ciò in modo negativo, è interessante la riflessione che il mondo ceramico sta facendo: una sorta di negazione e trasformazione, forse, per ritrovare se stessa.  Ciò si inserisce in un più complesso fenomeno che vale anche per altri settori e discipline, un architettura rivolta sempre più verso le arti e il gesto artistico, una pittura verso le fotografia e l’installazione e così via. Quello che conta è un complesso rimescolamento delle carte per giochi nuovi e ancora tutti da scrivere. Legni ceramici, pietre ceramiche, marmi ceramici, tessuti ceramici, ornamenti ceramici, tappezzerie ceramiche, fumetti ceramici, tratteggi ceramici, in una continua contaminazione e sconfinamento tra i campi, le discipline e le materie.  Trionfo della traslazione e della  decorazione ovvero di una pelle, un disegno sovrapposto, di superficie che modifica visivamente la materia di supporto.

Sconfinamenti e vocazione decorativa legati anche al momento storico, alla crisi profonda del settore immobiliare, d’altro canto, per chiudere nuovamente alla Melville: è nei momenti di calma piatta, quando il mare è immobile e senza vento che l’uomo incomincia a decorare pazientemente i propri bastoni ed attrezzi e le conquistate ossa di balena.