area 115 | concrete

architect: Zaha Hadid

location: Glasgow, UK

year: 2011

La storia del fiume Clyde e della città rappresentano un’eredità straordinaria; la posizione del sito, ovvero il punto esatto in cui il fiume Kelvin confluisce nel Clyde, fa sì che l’edificio sembri anch’esso scorrere dalla città al corso d’acqua, divenendo il simbolo di una relazione dinamica, dell’unione tra le due rive, di cui è unica voce. Il museo diventa un elemento di transizione e, in quanto tale, si inserisce perfettamente nel proprio contesto originario, riuscendo a mettere in relazione gli spazi espositivi con il contesto più ampio che li circonda. L’edificio si presenta come un capannone industriale, costituito da gallerie che si aprono verso la città e verso il fiume Clyde divenendo, in tal modo, un elemento permeabile verso il contesto su entrambe le estremità. Il vero elemento di collegamento tra i due estremi è tuttavia rappresentato dal punto in cui l’edificio devia, per creare un percorso che si discosta dal contesto esterno e conduce nel reame degli spazi espositivi. Il percorso interno, in questo caso, funge da mediatore tra la città e il fiume, passando dall’essere ermetico a permeabile a seconda della disposizione della mostra in corso. Il museo si pone pertanto, sia a livello simbolico che funzionale, come un elemento aperto e fluido nei confronti del contesto e del proprio contenuto. L’edificio è stato progettato come il prodotto di un’estrusione, aperto alle estremità, che si sviluppa deviando dal proprio percorso lineare. Il profilo della sezione trasversale sembra voler “accogliere” l’onda o ricordare un elemento “pieghettato”, in cui le “pieghe” esterne ospitano i servizi ausiliari e le mostre in black box; in tal modo, lo spazio centrale principale rimane totalmente aperto e privo di pilastri.
La circolazione interna passa per lo spazio espositivo principale. Idonee aperture sono state realizzate sulla copertura del tetto e sulle pareti, nella convinzione che si debba poter volgere lo sguardo anche al di fuori dello spazio espositivo, certi che i visitatori debbano avere la possibilità, spostandosi da una mostra all’altra, di farsi gradualmente un’idea del contesto esterno. Tutte le aperture saranno schermate in modo da poter ottenere il buio completo, qualora necessario. In fondo allo spazio espositivo si trova la caffetteria e l’area ricreativa, tutto con vista sui fiumi Clyde e Kelvin. Tali spazi confluiscono nell’area esterna, permettendo un accesso diretto al cortile. L’estremità finale, così come quella frontale dell’edificio presentano un’ampia facciata in vetro trasparente, dalla quale nasce un grande aggetto a ridurre l’esposizione al sole degli spazi interni. Tale soluzione garantisce un’ampia visuale sul fiume Clyde. L’area esterna è stata progettata per dare un’organizzazione alle attività da svolgersi al di fuori dell’edificio. Una serie di lastre di pietra, disposte in cerchio, vanno a costituire un sentiero ombreggiato che si sviluppa tutt’intorno all’edificio. Sul lato ovest, il duro piazzale si sviluppa fino a fondersi con un soffice manto erboso, a creare uno spazio all’aperto, verde e informale. Lungo il molo, a schermare il vento spesso presente in quest’area, sarà piantata una fila di alberi. Lungo il perimetro sud ed est, un basso specchio d’acqua, posto a livello della banchina, garantirà una continuità con il fiume.