Un percorso che si concretizza, un progetto virtuoso che si completa, un ponte reale che per la prima volta mette in comunicazione il "fuori e il dentro": InGalera è il primo esempio in Italia di un'attività di ristorazione aperta a tutti e nata all'interno di un carcere, la II Casa di Reclusione di Milano Bollate, nota per la sua politica penitenziaria volta a valorizzare l'aspetto rieducativo della pena. Un ottimo esempio di sinergia tra il pubblico e il privato, che oltre a fornire ai detenuti competenze formative e lavorative utili al loro reinserimento sociale offre a tutti l'opportunità di interfacciarsi con il mondo carcerario e riflettere sul senso della pena.

Ristorante InGalera di Bollate (MI)
Ristorante InGalera di Bollate (MI)

Il progetto degli interni, curato dall'architetto Augusta Comi nasce dall'analisi delle linee essenziali e rigorose tipiche degli ambienti delle strutture carcerarie, luoghi in cui l'aspetto funzionale prevale decisamente sulla dimensione estetica e formale. L'uso dei colori pastello e delle campiture geometriche per pareti e arredi riprende il tema delle cornici delle finestre della facciata e dona all'ambiente un carattere di leggerezza ed elegante sobrietà.

Ristorante InGalera di Bollate (MI)
Ristorante InGalera di Bollate (MI)

All'interno di uno spazio allegro e di un'atmosfera accogliente si inseriscono armoniosamente gli arredi Pedrali: il tratto sottile, lineare e l'immagine "leggera" delle sedute Volt in polipropilene, con e senza braccioli nei colori bianco e beige, disegnate da Claudio Dondoli e Marco Pocci, ben si abbina all'essenzialità dei tavoli quadrati inox con basamento verniciato bianco e piano in legno.