È giunto ormai alla terza edizione il Workshop internazionale di architettura di Padova. Organizzato dall’Associazione Culturale Di Architettura, in collaborazione con il Settore Pianificazione Urbanistica e Servizi Catastali del Comune di Padova, l’evento si terrà dal 18 al 23 settembre presso il Palazzo della Gran Guardia.
Con il workshop intendiamo esaminare e progettare cinque aree della città di Padova caratterizzate da criticità urbane e sociali, prive di proposte per uno sviluppo futuro o da riprogettare totalmente” ha spiegato Cinzia Simioni, presidente dell’Associazione Culturale Di Architettura. “Padova è una città da sempre propensa a creare nuove opportunità e il workshop della manifestazione Padova 2017 architettura è tra queste. È importante dare l’occasione di crescere a giovani architetti, futuri professionisti, affiancandoli a importanti nomi del mondo dell’architettura nel ripensare alcune aree della nostra città - ha commentato l’architetto Franco Fabris, capo settore Pianificazione Urbanistica e Servizi Catastali -: è un evento che in ogni edizione ha dato modo alla città di poter contare su stimolanti idee di sperimentazione, trasformazione e innovazione”.

Dopo un’attenta valutazione del territorio urbano patavino sono state individuate cinque aree da riqualificare, affidate a cinque affermati architetti che lavoreranno al fianco di un gruppo di studenti e neolaureati. I lavori si svolgeranno durante tutto l’arco della giornata. Per l’occasione Palazzo della Gran Guardia sarà aperto al pubblico, lasciando i cittadini liberi di entrare e visionare i gruppi di lavoro. Sono previste inoltre delle conferenze nelle quali gli architetti spiegheranno il loro modo di lavorare e progettare, mostrando architetture realizzate.
Sabato 23 settembre con la presentazione dei progetti a tutta la cittadinanza, verrà inaugurata la mostra del workshop che resterà aperta fino al 31 ottobre.

Gli architetti invitati sono: Gianni Braghieri, Klaus Theo Brenner, Modersohn & Freiesleben, Franco Purini e Carlo Terpolilli.
Nelle cinque aree, selezionate grazie alla collaborazione con l’Amministrazione Pubblica, l’assessore all’urbanistica Arturo Lorenzoni e il Caposettore architetto Franco Fabris, verranno progettati un Polo Culturale e Museale in Piazza Eremitani, nello specifico dal recupero dell’isolato che comprende l’auditorium Pollini, il Conservatorio e l’edificio che in passato ha ospitato una banca; gli spazi per la ricerca scientifica e il Museo Multimediale delle Mura dal recupero dell’Ospedale Giustinianeo; il blocco abitativo urbano in centro storico, nel lotto ora occupato dalla Questura di Padova; il nuovo polo scolastico e servizi universitari da collocare nell’area dell’ex macello di Padova e infine il nuovo quartiere residenziale in via Pelosa, in direzione del comune di Selvazzano Dentro.
Con la consueta cadenza biennale, il workshop ha visto lavorare per la città di Padova ben 60 architetti, provenienti da Italia, Germania e Spagna. I loro progetti (donati alla città) hanno acceso il dibattito sullo sviluppo delle aree assegnate stimolando l’interesse della collettività sui temi del recupero urbanistico e la riqualificazione della città.
Durante i lavori dei workshop delle edizioni 2013 e 2015 sono state affrontate diverse questioni urbane, dalle grandi aree del centro storico come le ex caserme - Prandina, Piave e Salomone - alle aree di vecchia espansione industriare novecentesca da riqualificare - Foro Boario, Ferriera San Lazzaro, Bassanello e Via Venezia.

Quest’anno a ciascuna area è stata accostata anche una possibile funzione, una tematica da sviluppare, uno specifico studio sugli sviluppi più probabili, in una costante ricerca di riqualificazione, di significato, di qualità architettonica. La necessità di riqualificare i centri urbani si accorda con quella di limitare l’uso del suolo con nuove costruzioni, tematica che vale per le aree collocate nel centro storico” ha concluso Cinzia Simioni.
In questi progetti risulterà interessante osservare come viene risolta la questione del rapporto con l’esistente, con gli edifici storici, e lo sviluppo dei progetti in relazione ai piani funzionali proposti agli architetti. L’area collocata in periferia sarà l’occasione per sperimentare il tema dell’abitazione, tramite l’analisi di un’edilizia sostenibile, legata all’uso degli spazi verdi ma anche alle nuove tecnologie costruttive.