area 137 | chinese identities

architect: standardarchitecture+Zhaoyang architects

location: Daze Village, Linchi, Tibet

year: 2009

La Mirui Road è un’arteria stradale turistica che incontra l’autostrada 318 che, a sua volta, collega il Tibet con la provincia di Sichuan. La strada si sviluppa serpeggiando verso sud, lungo il fiume  Niyang. Nel tratto lungo 20 km che conduce al Brahmaptra Canyon si può sperimentare il particolare terreno e godere del paesaggio tipico del fiume. Il villaggio di Daze è stato scelto come punto di accesso a tale area turistica, nel paese lo spazio disponibile per ampliamenti futuri scarseggia, e la porzione di spiaggia lungo la riva del fiume era pertanto l’unica scelta possibile per la realizzazione del centro informazioni turistiche.
La strada separa la spiaggia dalle vicine montagne. La sfida era dunque quella di dar vita ad una relazione tra un edificio isolato e l’ambiente circostante. Il disegno dei confini dello spazio esterno è pensato come una risposta alla questione dei limiti presenti nell’area. Lo spazio interno, aperto al pubblico, è stato ricavato “scavando” un volume dalla forma irregolare. La corte centrale collega tra loro quattro aperture, definendo l’orientamento e la circolazione. La massa rimasta in seguito allo scavo ospita le quattro destinazioni d’uso primarie del centro: una biglietteria, un’area spogliatoio per chi pratica il rafting e le toilettes.
La planimetria, apparentemente arbitraria, è in realtà definita dalla circolazione, dalla funzione dell’edificio e, non in ultimo, dalle condizioni presenti nel luogo. Il carattere geometrico del volume e dello spazio dà vita ad un dialogo con l’ambiente circostante. Per la costruzione dell’edificio sono state adottate e sviluppate alcune tecniche della tradizione locale tibetana. Al di sopra delle fondamenta in calcestruzzo è stato eretto un muro portante da 60 cm di spessore; la maggior parte delle aperture presenta una profonda rientranza. Le pareti, spesse 40 cm, e posizionate su entrambi i lati delle aperture, fungono da contrafforti e incrementano la stabilità strutturale generale della costruzione, oltre a ridurre la campata interna. Le travi per le campate più ampie sono state realizzate collegando tra loro tanti piccoli tronchi.
La membrana resistente all’acqua è stata rivestita con uno strato da 15 cm di argilla Aga, tale tipo di argilla è un materiale tradizionale locale che si solidifica al contatto con l’acqua e funge sia da strato idro-resistente che da isolante termico. La plasticità del materiale consente inoltre la realizzazione delle grondaie che, insieme a canali di scolo in acciaio, garantiscono il giusto drenaggio del tetto. Il colore è un elemento fondamentale nella cultura visiva tibetana. Abbiamo pertanto inserito un’istallazione di colore all’interno dello spazio aperto al pubblico, in particolare, sono stati utilizzati pigmenti minerali locali direttamente per dipingere le superfici in pietra.
Il passaggio da un colore all’altro sottolinea la transizione da uno spazio a quello limitrofo. Durante tutto l’arco della giornata il sole continua a spostarsi, mutando direzione e angolazione e penetrando all’interno dell’edificio da aperture differenti. Attraversando l’edificio si ha l’impressione che la combinazione dei colori cambi continuamente, a seconda della prospettiva e del momento della giornata. Non vi è alcun simbolismo culturale nella scelta dei colori utilizzati, questi sono astratti e vanno a moltiplicare l’esperienza all’interno dello spazio e a costituire un elemento a sé stante, un’istallazione indipendente dall’architettura.