area 130 | gathering places

architect: Handel Architects

location: New York, USA

year: 2011

Il monumento commemorativo nazionale per l’11 settembre è una piazza di otto acri situata all’interno della fitta architettura urbana della Lower Manhattan, dove un tempo svettavano le torri gemelle del World Trade Center. La Memorial Plaza è parte integrante della riqualificazione del complesso di sedici acri del World Trade Center che raggiunge e collega il luogo alla città e oltre. È un progetto aperto e accogliente destinato a promuovere i valori democratici dell’assemblea pubblica che ha svolto un ruolo molto determinante nella risposta collettiva di New York agli attacchi dell’11 settembre del 2001.
La Memorial Plaza forma uno slargo di otto acri nel centro della città ed è coperta da una sorta di pergolato naturale, una volta permeabile creata da quasi 400 querce bianche di palude. Come si avvicinano al centro di questo spazio, i visitatori del memoriale trovano le due piscine a specchio che penetrano in profondità la vasta distesa piatta della piazza e danno forma a dei recipienti vuoti. Affondano per trenta piedi nel terreno e sono arricchiti da cascate che delineano la posizione delle vecchie torri. I vuoti sono assenze rese presenti e visibili. Intorno a ogni vuoto misurato in acri c’è un marcapiano della larghezza di otto piedi e della lunghezza di due che serve come sorgente e come punto da cui zampillano le cascate. Il marcapiano e i vuoti sono rivestiti di un granito grigio scuro che è stato estratto nelle cave in Virginia. Il bordo seghettato di metallo canalizza l’acqua in flussi separati che, con il loro getto d’acqua fluttuante composto da migliaia di singoli rivoli d’acqua, rievocano l’ossessionante perdita di migliaia di singole vite e la perdita collettiva sofferta da tutti.
I nomi delle vittime sono incisi sui pannelli in bronzo scuro lucidato che, di giorno, sembrano delle ombreggiature, evidenziate dall’assenza di materiale. Di notte, il volteggiante profilo dei pannelli a forma di ala viene illuminato dall’interno, dando luce a ogni nome con un bagliore soffuso.
I pannelli sono semplici all’apparenza, ma sono complessi sotto ogni altro aspetto con i loro meccanismi di riscaldamento, raffreddamento, illuminazione ed espansione termica progettati alla precisione e del tutto nascosti alla vista. I nomi, che sembrano avere un ordine indistinguibile, in realtà sono stati sistemati accuratamente nella stessa disposizione con cui sono emersi allorché alle famiglie delle vittime è stato richiesto di partecipare alle fasi di progettazione suggerendo quali altri nomi di vittime avrebbero dovuto essere messi accanto al nome della persona che avevano perduto.
Sono state avanzate più di milleduecento richieste individuali e con l’avvicinarsi di un intenso anno di lavoro di progettazione è stato necessario risolvere quello che sembrava un compito impossibile. La disposizione finale che ne è emersa accoglie ogni richiesta e colloca ogni nome in un luogo fisico del memoriale che è unico e personale.
Uno dei principi guida essenziali che sono serviti da fondamenta per questo progetto è stato la convinzione nella capacità di recupero dello spazio pubblico e della sua importante funzione civica come un punto di raccolta per l’assemblea del popolo in una democrazia. Questo progetto proviene dall’esperienza diretta e brutale delle testimonianze individuali in una città che si riunisce come comunità negli spazi pubblici per sostenersi l’un l’altro e guardare la brutalità negli occhi con coraggio, compassione e stoicismo. Quell’esperienza ci ha portati a credere fermamente che questo sito dovesse essere ricollegato alla vita cittadina e dovesse essere reso partecipe della sua esistenza quotidiana. È un luogo in cui la contemplazione solenne può e dovrebbe far socializzare impiegati e residenti che sono a lavoro o si svagano. È un luogo in cui il passato e il presente si uniscono.