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La “torre Velasca”, edificio simbolo di un pensiero pervicacemente sostenuto dal suo autore, ha segnato nella storia del ventesimo secolo una virtuale frattura con i dogmi della modernità, e la sua supposta antistoricità, riannodando la catena evolutiva della città e dei fatti urbani e riaffermando con essi il valore della memoria. Memoria e invenzione sono aspetti inscindibili di qualsiasi architettura e conseguentemente di ogni città, un’opportunità per abitare senza abbandonarsi rispettivamente all’oblio o alla nostalgia; esse rappresentano sia il superamento delle ipotesi del moderno quanto delle istanze storiciste post-moderne. Alla città non è concesso di dimenticare se stessa per rincorrere il futuro, né di vivere perennemente rispecchiandosi nell’immagine imbalsamata del proprio passato, questa è l’esigenza del presente.