I curatori Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli e Mirjam Varadinis annunciano il progetto della dodicesima edizione di Manifesta, la biennale nomade europea che si svolgerà a Palermo dal 16 giugno al 4 novembre 2018.
In collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Hedwig Fijen, direttrice di Manifesta, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano sono lieti di presentare al pubblico l’unica e la prima biennale nomade di arte e cultura contemporanea al mondo: Manifesta.
Intitolato “Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza”, il progetto stavolta esplorerà il significato di “coesistenza” un mondo mosso da reti informative invisibili, interessi privati transnazionali, intelligenza algoritmica, processi ambientali e ineguaglianze che aumentano incessantemente , attraverso la lente unica di Palermo - un crocevia di tre continenti nel cuore del Mediterraneo. In collaborazione con la comunità locale, Manifesta 12 vivrà Palermo come laboratorio per le sfide del nostro tempo e per il delinearsi di possibili risvolti futuri.
Da Lubiana nel 2000, Trentino e Südtirol nel 2008 o San Pietroburgo nel 2014 fino a Manifesta 12 Palermo nel 2018 e Manifesta 13 Marsiglia nel 2020, Manifesta ha infatti sempre scelto coerentemente luoghi ospitanti inattesi in grado di riflettere il DNA mutevole dell’Europa e porre l’attenzione sulle questioni chiave e sulle trasformazioni in atto.

Veduta di Palermo, Francesco Lojacono, 1875, Palermo Atlas, courtesy OMA

Nel corso della storia, Palermo, città di snodo di molteplici flussi migratori, è sempre stata attraversata e modellata dalle differenze e delle contaminazioni. Come si evince dal dipinto di Francesco Lojacono del 1875, “Veduta di Palermo” (oggi parte della collezione della Galleria di Arte Moderna di Palermo), nulla è indigeno. Gli alberi d’ulivo provengono dall’Asia, così come il pioppo tremulo arriva dal Medio Oriente, l’eucalipto dall’Australia, il fico d’India dal Messico, il nespolo dal Giappone.
Palermo è la città ideale in questo momento storico, in quanto consente a Manifesta 12 di portare avanti il suo progetto di decodificazione dell’Europa. Da un lato, l'iniziativa indagherà sulle sfide e i fenomeni contemporanei da una posizione privilegiata come Palermo in quanto hub del Mediterraneo. Dall’altro, cercherà di mobilitare l’energia della città attraverso progetti legati al settore formativo e a quello della mediazione culturale, mettendo a disposizione della città la rete internazionale di Manifesta, affinché i meccanismi virtuosi che prenderanno vita, si protraggano nel tempo oltre la fine della manifestazione, in particolar modo attraverso dei progetti a lungo-termine.
“Grazie al suo essere evento diffuso, partecipato e coinvolgente, Manifesta 12 sarà una grande occasione per incidere profondamente nel tessuto sociale, nelle relazioni fra le diverse aree città e fra i cittadini, divenendo quindi un ulteriore tassello per fare di Palermo una capitale culturale non solo italiana ma europea”, sottolinea Andrea Cusumano, Assessore alla Cultura del capoluogo siciliano.
Ispirandosi a questi concetti e al caso dell'Orto Botanico di Palermo, fondato nel 1789 come laboratorio finalizzato alla coltivazione, allo studio e all'integrazione di specie straniere, Manifesta 12 si concentrerà sull'idea di "giardino", esplorando la capacità di aggregare le differenze e generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori.

I giardini sono luoghi in cui forme diverse di vita si mescolano e si adattano per coesistere.

“Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza” ospiterà dunque quattro sezioni, ognuna concentrata su temi chiave del concept: “Garden of Flows”, “Out of Control Room”, “City on Stage” and “Teatro Garibaldi” come quartier generale di Manifesta 12, che in questi mesi propone il programma culturale pre-biennale “Aspettando Manifesta 12”.
Il progetto curatoriale è stato per la prima volta affidato ad uno studio di architettura internazionale. OMA, ed in particolare l'architetto Ippolito Pestellini Laparelli, sono gli autori di un'indagine sulla città che ha avuto come risultato lo studio urbano "Palermo Atlas": una comprensione più profonda delle strutture sociali, culturali e geografiche di una città complessa e stratificata come Palermo.
Il fine dell'indagine è quello di evidenziare le opportunità esistenti e leggere le trasformazioni contemporanee, collaborando con Manifesta in vista di lasciare un'eredità duratura.
Attraverso i "Parcours", i visitatori avranno la possibilità di godere di un percorso accessibile e percorribile in poche ore o avventurarsi nella città per esplorare alcuni dei progetti in modo molto approfondito, in particolar modo quelli localizzati in quartieri periferici, volti a creare un reale impatto anche dopo la fine della biennale.
L’obiettivo principale di Manifesta 12 è dunque quello di fungere da incubatore per Palermo e mobilitare gruppi locali e professionisti coinvolti nella produzione e in nuove forme di collaborazione.
I temi su cui i progettisti chiamati a collaborare dovranno riflettere sono: Palermo come centro di produzione culturale e la sua relazione con Manifesta, sia in quanto istituzione che come evento temporaneo; la natura urbana come modello per lo sviluppo di nuove forme di coesistenza; istituzioni locali come modelli alternativi di partecipazione politica e civile ed infine il ruolo digitale nella pianificazione delle città resilienti.
Le venues scelte per la biennale sono: Teatro Garibaldi, Piazza Magione, la Chiesa dei Santi Euno e Giuliano, l'Orto Botanico, e Palazzo Butera.
Per maggiori informazioni sull'iniziativa: www.manifesta12.org