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Dallo Stelvio al Carso, attraversando il Trentino, il Veneto e il Friuli, il confine tra Italia e Austria era di 600 km. Qui, ancora oggi, ogni valle e ogni cima ricorda fatti di sangue e episodi di eroismo. A cento anni della grande guerra, i luoghi di battaglie, tanto forti e trincee, quanto ossari e cimiteri, diventano dei visitati luoghi di memoria. Tutto è iniziato nel 1977, per volontà del colonnello austriaco Walter Schaumann, che ha promosso il Museo all'aperto di Monte Piana, presso le cime di Lavaredo.

In parallelo, a risultato di studi locali o in archivi militari, stanno uscendo decine di nuove pubblicazioni. Utili al lettore sono le guide alle visite, ricchissime di informazioni su storia, architettura e squarci di vita militare, come le guide su Adamello, Tonale, Ampezzano, Altopiano di Asiago, Fronte del Timavo, Carso.

Un'eccezione è la ricerca storica di Oswald Mederle, uscita sia in lingua tedesca, sia in italiano. Nel presentare il punto di vista austriaco, la trattazione ha perduto ogni retorica di parte, per diventare la promessa alla scoperta di un'identità alpina. Dal fronte tirolese che unisce le stesse cime, emergono sempre nuovi punti di vista. L’amore tra uomo e montagna, la lotta tra presenza umana e natura ostile, le analogie culturali tra avanguardie armate e popolazioni valligiane. Ne esce una pagina di moderna antropologia, dove, oltre al mito, parla la solennità dei luoghi.