area 119 | gaetano pesce

architect: Gaetano Pesce

location: New York

year: 1972

Ritrovamento di città sotterranea del periodo conosciuto come quello delle “grandi contaminazioni”; luogo “sud Europa” (catena montuosa delle Alpi). L’unità abitativa di base di questa città è stata ritrovata in discreto stato di conservazione, con all’interno documenti su carta del progetto di massima dell’habitat, una mappa della città stessa, spaccati dell’abitazione, dei disegni a mano sugli atteggiamenti degli abitanti nell’environment domestico, un dossier fotografico sulle varie parti dell’abitazione stessa. I documenti ci indicano, se pur vagamente, le probabili condizioni di vita verso la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio dopo Cristo. Le linee fondamentali sono caratterizzate da alcuni dati essenziali, che condizionano la struttura di tutti gli edifici della “grande contaminazione”. Quasi sempre l’habitat è situato su un basamento,  munito di una scaletta di accesso: questo zoccolo di blocchi in poliuretano rigido, a secco, ad incastro, non supera mai i 60 cm di altezza, e può essere anche più basso (nel nostro caso 40 cm). Questo basamento altamente isolante ha la funzione di difendere le abitazioni dalle infiltrazioni dei residui dell’umidità nel periodo delle grandi condense. Sul pavimento di roccia squadrata si incastra l’abitazione propriamente detta. La pianta è di forma quadrata, con la direttrice principale sulla diagonale, e misura circa 4,80 x 4,80 metri all’interno, e 3,60 di altezza. Una sola porta di circa 60 cm, alta 220 cm, è situata sullo spigolo del parallelepipedo, normale alla sua direttrice principale. Generalmente non è praticata nessuna altra apertura, sia nei muri che nel tetto, e, tolti gli scarichi, non vi sono né finestre né altri fori. Le pareti e gli arredi fissi, sono realizzati mediante blocchi ad incastro di poliuretano rigido e semi-rigido, e i sedili sono di poliuretano molle. Per lontana ed estranea che possa sembrare “l’architettura della contaminazione”, per difficile che sia stabilire nessi con gli edifici dei nostri giorni, il modulo reticolare che sta alla base di essi ha per noi un’azione tanto più esplicativa e anche per noi conserva tutta la sua pregnanza di significato.
“…per l’architettura delle “grandi contaminazioni” il quadrato è l’assoluta forma fondamentale, da cui non possono essere dedotte conseguenze, e che non consente neppure variazioni costruttive: questa indicativa forma-base non può essere avvolta e pressoché sepolta dal fatto decorativo, il quale può esistere in qualche limitato caso e possedere carattere iconografico…”
“…non è difficile trovare la chiave geometrica di una pianta ma quando si tratta di chiarire il contenuto esoterico delle costruzioni e delle formule tracciate, ci si deve trovare respinti sul piano congetturale…”
“…la casa è in se stessa non soltanto un ammasso di blocchi ordinati ad un fine preciso, ma ospita e cela un interno gravido di simboli in rapporto univoco con la configurazione del tempo…” (Frammenti tratti da un codice ritrovato nel luogo in questione).