Appunti da un colloquio con Claudio Lazzarini e Carl Pickering
"'Mobile/Mobile' perché avete scelto questo strano titolo?" "Per avvertire subito che in questa mostra il protagonista è un mobile e non un’opera d’arte e che i suoi autori sono architetti e non artisti". "Perché però ripetere 'mobile' allora?" "Perché i mobili di solito sono statici, invece questo è mobile". "Come un 'mobile' alla Calder?" "No, come un mobile…mobile".
Parte così la quasi dadaista conversazione con Carl Pickering e Claudio Lazzarini, architetti e non artisti, sebbene questo mobile/mobile dalle linee rigorose e dalle caleidoscopiche superfici sembri nato dall’esplosione di un dipinto astratto-geometrico e sebbene qui immerso nel rosso bordeaux di queste stanze somigli tanto a una vera e propria installazione giocata su un gioco percettivo che spezza le linee e moltiplica i riflessi. Figlia d’arte si potrebbe pensare, ma guai a dirlo però.

Mobile/Mobile per i suoi creatori è figlio del design e obbedisce rigorosamente alle leggi che lo classificano nella categoria di oggetti utili e utilizzabili. È stato pensato, progettato, costruito su due requisiti: funzione e funzionalità. Ma non affidiamoci al nostro abituale rapporto con gli oggetti che li vuole ottusi e passivi, perché la funzione qui non è unica, ma raddoppiata e moltiplicata. Mobile/Mobile è un tavolo, ma anche un pannello divisorio, un paravento, una porta. Chiuso in se stesso è una discreta sentinella dello spazio che controlla, divide, separa e protegge. Libero di scendere invece sulla sua piccola base diventa tavolo e tavola, desco e luogo di lavoro. Ha più di una forma e due diverse facce: l’una monocroma di un rosso intenso, l’altra vestita di specchio per confondersi con lo spazio e accogliere uomini e cose.
È un oggetto utile ma è anche un ibrido, un innesto, uno di quegli esperimenti di genetica del design che punteggiano il percorso di Lazzarini&Pickering. Fusioni da cui nascono nuove improvvise parentele, matrimoni di tavoli&lampade, letti&tavoli, paraventi&scaffali. Cose che si compongono e scompongono, riducono gli ingombri, estendono gli spazi ma non rinunciano a essere utili, docili, necessarie. Perché questo accada è fondamentale la sapienza tecnica. Cardini multiformi, tagli sghembi nell’acciaio, pesi e contrappesi sono indispensabili perché si compia la sorpresa di spostare con la sola punta delle dita 200 chili del Mobile/Mobile, fino a farlo dolcemente planare sulla sua base di specchi, un piccolo tavolo ma anche sgabello, semplice piede o volendo prolunga che è a sua volta un mobile altrettanto mobile, dalle molte personalità.
Ecco quel che nasconde il titolo: progetto, funzione, tecnica. Dietro al gioco di parole c’è il mestiere sebbene mescolato in un inganno puramente visivo che libera un vortice di rosso intenso impresso nelle pareti, esaltato dalle superfici di specchio, confermato dalla lacca del tavolo. Un felice tranello che tradisce la funzione e distorce la percezione. Ma questo (dicono Lazzarini&Pickering) è un territorio percorso non solo dagli artisti, ma anche da architetti (come molti dei loro progetti insegnano). Un territorio ampio che abbraccia le discipline rende e i confini sfumati e mobili...o, se vogliamo, mobili/mobili.
(testo di A. Mammi)

Lazzarini Pickering Mobile Mobile
16 febbraio - 30 marzo 2018
Magazzino Arte Moderna