area 119 | gaetano pesce

architect: Gaetano Pesce

location: São Paulo

year: 1987

Si è spesso sentito dire che “quando lo spirito, o il contenuto, di un‘opera d‘arte è assente, la forma prevale“. Da molti anni sono convinto che questa frase rispecchia fedelmente e con poche parole la situazione dell‘ architettura post moderna e contemporanea. Dalle grandi evoluzioni contenutistiche di Le Corbusier, con la Cité Radieuse e Ronchamp, la Casa sulla Cascata di Wright, il Padiglione Barcellona di Mies e pochi altri esempi di edifici, moltissimi sono invece le costruzioni che si distinguono per la loro sola forma o aspetto esteriore. In realtà l‘architettura non è una scultura ed è perciò che essa si realizza solamente quando esprime una innovazione spaziale, o una nuova tipologia. Invece, ancor oggi, la più parte degli edifici rappresentano l‘ennesimo esempio di ‘International Style‘ quando questo movimento affermava gli stessi scopi della produzione standardizzata e dell‘ ‘Internazionale Comunista‘. Da una parte la stessa espressione architettonica per i ‘diversi‘ paesi del mondo, dall‘altra la stessa ideologia per i diversi popoli della terra. Infatti se si guarda una torre di abitazioni, o uffici, è deprimente l‘espressione totalitaria e ripetitiva che esprimono le diverse facciate. È sorprendente vedere come l‘architettura contemporanea sia “ritardata“ rispetto alle altre espressioni della cultura odierna. Basta pensare che essa non ha ancora tratto vantaggio da quanto, più di cinquanta anni fa, ha espresso la “Pop Art“. Invece essa, come ogni altra espressione umana dovrebbe essere documento della realta‘ e quindi capace di evitare, specialmente nei paesi piu‘ evoluti, i messaggi monolitici e totalitari, ma invece celebrare la liberta‘ degli individui, la loro pluralita‘, la diversita‘ dei luoghi, delle culture e delle identita‘. In una parola: essere immagine della Democrazia, che non e‘ tanto la garanzia dell‘eguaglianza, quanto la protezione della differenza. Queste sono le premesse per introdurre la “Torre Pluralista“. Comunemente su un terreno edificabile e con l‘aiuto di un progettista si realizza una casa, o un ufficio, o laboratorio, o altro.

Quando nella storia passata si è sovrapposto un ‘terreno‘ all‘altro si è creata la nuova tipologia del ‘grattacielo‘. Per ragioni economiche, la ripetizione dei diversi piani ne divento‘ la caratteristica, e con il tempo anche il suo lato debole. Il progetto di Torre Pluralista si fonda invece su un diverso principio: i terreni sovrapposti, dotati dei servizi necessari, divengono piattaforme suscettibili ad essere acquistate da diversi proprietari che con l‘aiuto di più architetti decidono la ‘pelle‘ esterna e la disposizione interna di ogni piano, dando cosi origine ad un edificio fortemente innovativo. L‘insieme dei diversi linguaggi architettonici testimoniano il nostro tempo, la sua complessità, la sua diversità, il suo essere incoerente e non omogeneo, i suoi multivalori, la sua energia. La torre, cosi, diventerebbe l‘immagine di un‘architettura ‘politica‘, pluralista, democratica ed un manifesto sullo stato dell‘architettura contemporanea. Se questo progetto dovesse accadere a Milano, la citta‘ potrebbe vantare sul suo territorio la prima architettura pluralista e questo porterebbe un grande prestigio e l‘attenzione del mondo verso il capoluogo lombardo, con le conseguenze economiche e culturali che ciò comporta. Gaetano Pesce, Ottobre 2009