area 129 | urban architecture

architect: Alatas Architecture and Consulting

location: Istanbul, Turkey

year: 2012

L’edificio si trova sulla Tatarbeyi Sokak, una delle strade meglio conservate e meno sviluppate di un quartiere in rapida trasformazione qual è Galata. Comprende otto monolocali da 80 mq ciascuno e un attico di 190 mq, in vendita, per una superficie totale di 1000 mq. Si tratta di un progetto residenziale che va al di là dei canoni tradizionali che caratterizzano gli edifici circostanti, e che tuttavia riesce a riprodurli, nel rispetto del tessuto architettonico esistente. In questo senso, rappresenta una tappa nella costante ricerca di nuove soluzioni ai problemi dell’architettura, che si avvale di tecnologie contemporanee e tiene conto del recente processo espansivo della struttura socioeconomica della regione, così come delle infrastrutture, della situazione dell’ambiente, del clima, e dei movimenti solari. L’edificio consiste in un involucro di legno che copre un’area abitativa in gran parte trasparente, senza alcun compromesso, collocata fra due muri-cortina ciechi di cemento. Gli elementi lignei della parete frontale si sviluppano parallelamente alla facciata di vetro, che diventa una sorta di parete divisoria andando a coprire interamente la parte anteriore e il retro dell’edificio. Ciò che vediamo da un lato è un’enorme facciata cieca, che però da un’altra prospettiva appare come un velo traslucido, con la superficie lignea che funziona anche da filtro solare. Composto da stecche orientabili a varie angolazioni, l’elemento in legno divide la facciata in quattro, con il segmento centrale che si protende in avanti, verso la strada; lasciando i lati esposti, gli elementi lignei consentono di godere di una vista sulla via e creano un effetto-bovindo che stabilisce un contatto fra la vita domestica e quella della strada. Se da un lato l’edificio sembra trascurare il rapporto con la strada, evitando di imitare le finestre del quartiere, dall’altro ravviva lo spazio in rapporto al contesto, reinterpretando la tradizionale struttura a bovindo tipica della zona. Dietro la sua imponente presenza sulla strada, l’edificio mostra un aspetto semplice e statuario che si fonde con l’ambiente e allo stesso tempo se ne distacca, senza entrare in competizione con gli edifici storici contigui, grazie al suo approccio critico. Nel dar forma concreta al progetto, si è portata avanti senza remore l’idea della superficie trasparente e del velo ligneo che scherma le due facciate, e del tetto racchiuso entro due muri. L’aspetto fatiscente dell’edificio di fronte è percepito come parte del paesaggio, e la superficie trasparente non ne risulta minimamente compromessa. Da un lato l’approccio, e i rapporti spaziali fra interno ed esterno, massimizzano i volumi interni degli appartamenti da 80 mq (frutto di esigenze legate a nuovi stili di vita e culture), proiettandoli verso la facciata, mentre la natura trasparente dell’involucro dell’edificio conferisce alla strada un maggiore senso di ampiezza e spaziosità. Composto da stecche orientabili a varie angolazioni, l’elemento in legno divide la facciata in quattro, con il segmento centrale che si protende in avanti, verso la strada; lasciando i lati esposti, gli elementi lignei consentono di godere di una vista sulla via e creano un effetto-bovindo che stabilisce un contatto fra la vita domestica e quella della strada. Se da un lato l’edificio sembra trascurare il rapporto con la strada, evitando di imitare le finestre del quartiere, dall’altro ravviva lo spazio in rapporto al contesto, reinterpretando la tradizionale struttura a bovindo tipica della zona. Dietro la sua imponente presenza sulla strada, l’edificio mostra un aspetto semplice e statuario che si fonde con l’ambiente e allo stesso tempo se ne distacca, senza entrare in competizione con gli edifici storici contigui, grazie al suo approccio critico. Nel dar forma concreta al progetto, si è portata avanti senza remore l’idea della superficie trasparente e del velo ligneo che scherma le due facciate, e del tetto racchiuso entro due muri. L’aspetto fatiscente dell’edificio di fronte è percepito come parte del paesaggio, e la superficie trasparente non ne risulta minimamente compromessa. Da un lato l’approccio, e i rapporti spaziali fra interno ed esterno, massimizzano i volumi interni degli appartamenti da 80 mq (frutto di esigenze legate a nuovi stili di vita e culture), proiettandoli verso la facciata, mentre la natura trasparente dell’involucro dell’edificio conferisce alla strada un maggiore senso di ampiezza e spaziosità. L’edificio è il primo esemplare nel suo genere, e dimostra che, nel quartiere storico di Galata, è possibile conservare non solo mantenendo e replicando il passato.
In generale, l’approccio ha suscitato reazioni positive in tutta la città, e ha quindi aperto, a tutti gli effetti, una nuova strada.
L’edificio ha dato impulso e un orientamento positivo alla trasformazione urbana in atto, che a Galata aveva raggiunto un punto di stagnazione e sottosviluppo.
Trasformare un’idea in edificio. L’approccio architettonico di Alata, la leggerezza del suo design, l’uso di fonti energetiche naturali e il tentativo di creare strutture chiaramente leggibili, ma anche
il carattere fuori dagli schemi, flessibile, libero e trasparente dei suoi progetti: tutto ciò è visibile ovunque, dai dettagli di giunzione degli elementi ai rapporti fra l’edificio e il suo contesto.
Completati nel 2011, alcuni appartamenti dell’edificio sono utilizzati da artisti e residenti stranieri che scelgono di vivere in questo quartiere. Altre unità sono invece affittate per brevi periodi
a visitatori. Le strutture vicine confinano con l’edificio su tutti e tre i lati, su un terreno in pendenza che crea condizioni di lavoro difficili. Al fine di evitare eventuali danni a queste strutture, la fondazione a zattera dell’edificio e le facciate continue sono stati realizzati utilizzando la tecnica della fondazione a pozzo in più fasi.
In un centro cittadino in cui il terreno è prezioso, le facciate continue e i pavimenti in cemento che isolano l’edificio da quelli contigui sono state gettate in uno strato sottile, simile alle pareti antifuoco di un tempo. È stato così possibile utilizzare tale sottile strato di cemento in un sistema portante che integra cemento e acciaio, con elementi strutturali che sopportano carichi verticali senza essere sottoposti ad alcun momento. In linea con le esigenze dell’impianto strutturale, i dettagli di giunzione di acciaio e cemento, e l’ubicazione e la forma dei puntoni diagonali in acciaio contro le forze laterali sono stati appositamente progettati da un architetto. Anziché imitare i sistemi portanti più utilizzati in questa regione, il nuovo approccio non solo aggiorna i dettagli ma introduce anche un tocco innovativo nell’architettura dell’edificio.
Saldamente ancorata all’acciaio e al cemento, e utilizzata senza soluzione di continuità nell’elevazione anteriore e posteriore, la facciata strutturale in vetro è frutto di un’architettura di ricerca che produce nuovi dettagli piuttosto che arrendersi all’assemblaggio con sistemi già noti. Le ali scorrevoli non profilate, prodotte specificamente per la facciata, e i giunti per la copertura della facciata sono prodotti con dettagli esclusivi e non immediatamente evidenti. L’idea della superficie trasparente, dello schermo in legno che copre le due facciate, e del tetto fra i due muri è stata studiata appositamente per questo edificio dallo stesso architetto. L’idea è stata realizzata agganciando elegantemente gli elementi in acciaio e in legno ai fermi dei pannelli in vetro della facciata. Negli appartamenti a doppia facciata esposti a est e a ovest, la variazione di temperatura che si crea fra le due facciate in diverse ore del giorno è studiata per fornire una climatizzazione orizzontale naturale. Mentre lo schermo mobile che copre la facciata esterna la protegge dalla luce solare e dal calore in estate, i 20 cm di vuoto fra la casa e il suo involucro esterno producono un effetto ‘camino’, creando un circolo d’aria naturale intorno all’edificio.
In inverno, per contro, la luce solare che filtra attraverso lo schermo mobile è immagazzinata sotto forma di calore dalle superfici in cemento del pavimento esposte al sole, garantendo la conservazione del calore per l’edificio e per i suoi abitanti.