area 120 | Beirut

Il quartiere di Bourj-Hammoud è geograficamente un’estensione di Beirut lungo la costa del Mediterraneo; rappresenta la prima periferia sul mare ad est della capitale, da cui è separata dal fiume e dalla parte nord della famosa fascia suburbana che circonda la città.
Con una popolazione stimata intorno alle 90.000 persone, il quartiere può dirsi compatto; i suoi 2,4 km2 di superficie si collocano in una conurbazione di Beirut; i tratti distintivi del quartiere, dovuti alla sua posizione e alle caratteristiche socio-economiche, sono gli stessi che rendono problematico il suo sviluppo. Agli inizi del secolo scorso, l’area si presentava prettamente agricola e paludosa, con pochi edifici singoli e sparsi, fino a quando i rifugiati armeni, sopravvissuti alla persecuzione ottomana, cominciarono ad insediarsi nella zona, creando quartieri compatti, costituiti da rifugi primitivi e organizzati su schemi a griglia. Da allora, l’area si è trasformata in una zona densamente popolata, in un polo commerciale e industriale attivo oltre che in un centro nevralgico per l’artigianato, caratterizzato dalla presenza di piccole-medie imprese.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso, il quartiere ha assistito a continui spostamenti della popolazione, soprattutto nel periodo seguente il 1975, come conseguenza del conflitto libanese.
È iniziato così il graduale degrado e l’impoverimento dei quartieri residenziali della zona. “Porta della capitale” da cui raggiungere le regioni a nord, ad est e non solo del paese, l’area era attraversata da grandi arterie a scorrimento veloce, che dividevano il quartiere in fasce tra loro disconnesse. Tra queste, si distinguevano due zone in particolare: la prima è l’area a nord dell’arteria Beirut-Nord, zona prettamente industriale. Il lato fronte mare è costituito per la maggior parte da terre bonificate e comprende un porto per imbarcazioni da pesca e una discarica/collina alta 49 metri; il resto della fascia costiera ospita un impianto per il trattamento delle acque reflue, ad uso di 50 comuni, su un’area che si estende fino al Monte Libano.

La zona si presenta altamente deteriorata dal punto di vista ambientale e la stessa amministrazione centrale considera quest’area come il cortile della capitale e di ciò che la circonda. La seconda area è rappresentata dalle zone a sud della Beirut-Nord. Spazi densamente popolati, con destinazioni d’uso diverse, aree residenziali ma anche commerciali e artigianali, attraversate da grandi arterie e strade; quartieri che si sviluppano su tessuti urbani a trama fine. Le attività commerciali “sbocciano” sulle strade dello shopping, mentre le aree interne, ad uso principalmente residenziale, si trovano a vivere una situazione di degrado; se da un lato infatti, una diminuzione della popolazione ha migliorato lo status economico di chi è rimasto, l’area in sé è stata invece declassata a “zona residenziale popolare”. L’amministrazione comunale si sta impegnando ad attuare varie strategie per uno sviluppo sostenibile della città, instaurando numerose collaborazioni con istituzioni internazionali che si pongono alcuni obiettivi fondamentali.
In primo luogo l‘elaborazione (già avvenuta) di un master plan per lo sviluppo ambientale e il futuro della zona industriale, destinato a diventare un centro affari e un’area dedicata all’industria cosiddetta “leggera” (ma ad alto tasso di occupazione); nonché la realizzazione di un ingresso alla capitale da nord adeguato.
Secondo punto sarà la bonifica dell’area costiera e della spiaggia in particolare, che si trasformerà in un “parco divertimenti” marittimo, ad uso dei quartieri densamente popolati della zona. La ristrutturazione del porto per imbarcazioni da pesca e di tutte le relative infrastrutture allo scopo di rendere il tutto maggiormente eco-compatibile e integrabile all’interno del progetto del parco. Gli interventi previsti saranno realizzati con un auto-finanziamento, reso possibile dallo sfruttamento delle proprietà marittime abbandonate della zona.
La riqualifica dei quartieri residenziali sfocerà in un miglioramento del loro status. In questo caso si interverrà, in modo generale, sui quartieri urbani, cercando di mantenere la popolazione esistente e offrendo opportunità abitative modeste ma “attraenti” vicino alla capitale. Il tutto realizzato tramite partnership tra pubblico e privato.

Diran Harmandayan is the general manager of Architecture Planning & Engineering Consultants, where he directs planning, development, and urban and architectural design studies in the Middle East, mainly Lebanon. He has a long and diversified experience in consultancy services, study and research, 34 years, and academic involvement, 24 years (INBA, AUB), in planning development and design