area 100 | changing cities

architect: various

location: Beijing, China

year: 19522008

Nel 1952, in seguito alle direttive di cooperazione tra l’Unione Sovietica e la nascente Repubblica Popolare Cinese, il villaggio agricolo di Dashanzi, nella periferia nord-est di Pechino, fu destinato ad accogliere un nuovo polo industriale per lo sviluppo di componenti elettronici. L’impianto generale del progetto, influenzato dai concetti funzionalisti Bauhaus introdotti dai tecnici della Germania Orientale, si caratterizzava per la peculiare copertura a shed e dai grandi spazi voltati, atti a massimizzare l’uso della luce naturale. Durante gli anni Ottanta, le riforme e l’apertura al libero mercato spinsero il complesso industriale verso un graduale declino. Con l’obiettivo di reperire nuovi locatari per gli spazi rimasti vacanti, la dirigenza della zona industriale si ricostituì agli inizi degli anni Novanta come impresa immobiliare, ”Seven Star Group”. Attratta dai vasti spazi disabitati e dalla loro versatilità funzionale, la comunità artistica di Pechino, dopo anni d’esilio nelle periferie estreme della capitale, iniziò, attraverso uno spontaneo processo d’aggregazione, a rinnovare gli edifici esistenti, aggiungendo un tocco ironico all’aspetto post-industriale dei manufatti. La popolarità del distretto crebbe velocemente attraverso l’apertura di nuove gallerie, loft, studi d’architettura, case di moda, caffè ed attraverso la legittimazione di importanti festival d’arte di livello internazionale. Attorno al 2004, in assenza di politiche di controllo dei prezzi ed in seguito ad un naturale processo di gentrificazione, i costi per gli affittuari aumentarono esponenzialmente. L’area del 798 si ritrovò in un corridoio strategico tra il centro città e l’aeroporto internazionale; la pressione speculativa espose l’intero quartiere al rischio di una demolizione forzata. A favore della preservazione e rigenerazione dell’area furono portati a modello i casi studio del Greenwich Village e SoHo di New York, dove l’alta profittabilità immobiliare era stata innescata dalla presenza di una comunità artistica e di un nucleo di edifici post-industriali riconvertiti. Alla fine del 2007, dopo un lungo braccio di ferro politico, l’amministrazione cittadina ha deciso che l’area del 798 sarà mantenuta nello stato attuale; nel luglio del 2008, in occasione dei Giochi Olimpici, il distretto ha subito il primo intervento documentato di pianificazione consapevole, un massiccio restyling ed una sistemazione della viabilità interna.


nome progetto:
798 Art Zone
luogo: Jiuxianqiao Street - Dashanzi, Chaoyang District, Beijing
cliente: Seven-Star Huadian Science and Technology Group
data: 1952-2008
progettisti: vari
programma: spazio multifunzionale (residenziale, commerciale, espositivo)
dimensione: 640.000 mq lotto (500.000 mq area costruita)
testo: Marco Zuttioni
fotografie: Chen Yan (VA-PHOTO)