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Una città costituita interamente da monumenti, da oggetti straordinari e stupefacenti risulta evidentemente inabitabile perché ostile allo svolgersi della quotidianità; al contempo una città totalmente virata sull’ordinarietà può risultare anonima e inospiatale, riluttante e priva di una propria specifica immagine o iconografia. Da oltre venti anni, a cavallo tra due secoli e due diversi millenni, Barcellona ha saputo combattere l’uniformità e la densità edilizia di un’impostazione urbana tanto rigorosa quanto ripetitiva, attraverso il disegno di ogni spazio libero a terra, un programma ambizioso fatto di riqualificazione dei vuoti pubblici sotto forma di strade, piazze e giardini. Contemporaneamente la ricerca di particolari occasioni è stata celebrata con la realizzazione di emergenze tanto necessarie quanto puntuali.