area 100 | changing cities

cronistoria di una narrazione che ha portato ”area” fino al ”Sole” 1990/2008
Milano > Firenze > Milano > Berlino > Beijing

Inevitabilmente il numero 100 di Area comporta uno sguardo introverso e retrospettivo che costringe a riflettere sulla storia della rivista, da dove siamo partiti, anzi da dove è partito l’azzardo culturale di Area e dove potrà arrivare questa sorta di narrazione destinata, almeno per adesso, a solcare il binario della continuità. 100 per i più rigorsi e intransigenti è soltanto un numero che indica un punto come gli altri di una sequenza aritmetica, viceversa per tutti noi della redazione che l’abbiamo vissuta con intensità e partecipazione, sono oltre 16.000 pagine che raccolgono i pregi e i difetti del nostro ricercare, circa 12.500 immagini di architettura e centinaia e centinaia di articoli e rilflessioni sui temi che attraversano gli angoli visuali più scorciati e complessi della nostra disciplina. Osservando le copertine una in fila all’altra, almeno dal numero 24 in poi – prima della direzione avevo un ruolo abbastanza defilato come responsabile della parte architettonica – emergono fortissimi ricordi o sentimenti di riconoscimento e gratitudine per quanti in questi anni ci hanno aiutato incondizionatamente; tornano alla mente le infinite discussioni e i dibattiti sulla lettura critica del progetto, il significato o il valore di una determinata opera in relazione al contesto in discussione. L’inizio di questa avventura coincide con la nascita della rivista, principalmente dedicata al design ed alla fotografia con il determinante contributo di Gabriele Basilico alla fine degli anni Ottanta, sotto la direzione di Giovanni Baule. Si tratta di un trimestrale edito dalla Azzurra Editrice, un piccolo editore milanese, il cui primo numero esce a marzo del 1990. La rivista si segnala subito come un oggetto cult, curatissimo nel design e pochi anni dopo vince il Compasso d’Oro per la sua qualità grafica. Azzurra Editrice si trasforma in Progetto Editrice e pubblicherà Area, con immensa fatica, fino al 1999 anche se dal 1996, con il numero di gennaio/febbraio, accetto di assumere la direzione della testata spostando la redazione da Milano a Firenze, trasformando la rivista da trimestrale a bimestrale ma soprattutto volgendo uno sguardo sempre più convinto verso il mondo del progetto di architettura. La rivista conquista lentamente un suo consenso internazionale e, con il numero 42 la testata passa dalla Progetto Editrice alla Federico Motta Editore, cambiando il formato e l’immagine grafica che viene affidata ad AG Franzoni. Area cresce anche nella quantità delle pagine e delle rubriche e, di numero in numero, stabilizza e consolida il suo ruolo nell’ambito del panorama dell’editoria d’architettura. Con il numero 88 di settembre/ottobre 2006, la casa editrice modifica il proprio nome e, forte dei successi nell’ambito dell’architettura, fonda la Motta Architettura che inizia con un nuovo logo a editare la testata. Parte di Motta Architettura, nel 2007, viene acquisita dal gruppo Sole 24 ORE, divenendo la principale rivista di architettura del gruppo. Ogni anno Area propone un numero monografico consacrato alla lettura/dialogo con un architetto contemporaneo ed uno interamente dedicato ad una città, alle sue trasformazioni, ai suoi cambiamenti, oltre ad arricchirsi di volta in volta di quaderni tematici di approfondimento tecnico-professionale. La rivista inoltre non è soltanto ciò che esce su carta, ma si compone anche degli eventi e delle mostre che organizza, i dibattiti e le discussioni che promuove, i concorsi che presenta o ai quali partecipa come membro della giuria per interposta persona, la rivista è una sorta di laboratorio che da 12 anni non ha mai smesso di tenerci informati, è infine il fiore all’occhiello di un gruppo editoriale importante che su Area ha scommesso senza riserve acquistando la testata e portandola con sé, fino al “Sole”.